CITAZIONE ("Squall"7 @ 1/2/2011, 21:52)
io idemXD
chi sn le esperidi?
che centra Elena?XD
Riguardi al giardino delle Esperidi:
Il Giardino delle Esperidi è un luogo leggendario della mitologia greca.
Nel Giardino cresceva un albero di pomi d'oro. Esso era custodito dal drago Ladone e dalle tre esperidi (Egle, Erizia ed Esperaretusa), figlie del titano Atlante.
Nella sua undicesima fatica, Eracle si offrì di reggere il cielo al posto di Atlante purché egli gli portasse i frutti. Successivamente Atlante tornò da Eracle, ma ora che aveva apprezzato la libertà dal dovere di sostenere il cielo, disse ad Eracle che non avrebbe più voluto riprenderlo. Ercole, essendo stato giocato, decise di usare l'astuzia: disse che, se avesse dovuto reggere il cielo per mille anni (come aveva fatto il titano), si sarebbe dovuto sistemare meglio il carico sulle spalle e chiese quindi ad Atlante di reggergli il fardello per un momento. Egli ingenuamente accettò (lasciando a terra le mele rubate) e cadendo nel tranello di Ercole il quale legò il gigante e, una volta prese le mele, fulmineo corse a consegnarle a Euristeo.Per Elena...sono scandalizzata, pensavo che tutti conoscessero la storia di Troia, non ha visto nemmeno il film di Troy con Brad Pitt?
Sotto il regno di Priamo la città fu assediata dalla spedizione achea, al comando di Agamennone, che voleva vendicare il rapimento di Elena da parte di Paride. Dopo dieci anni di assedio, la città cadde grazie allo stratagemma del cavallo di legno ideato da Ulisse.Mh, su Wiki l'hanno fatta breve, ma ti consiglo comunque di leggerti il mito, od un riassunto. Sennò guardati il film XD
Grazie anche a te Asura, io ho iniziato a scriverne tante e questa è una delle poche che mi soddisfa xD
Capitolo IIIl labirintoKratos partì di buon ora e si diresse verso il centro dell'isola morta a piedi.
Guardandosi bene attorno, si accorse che in alcuni punti il terreno era ricoperto da scheletri.
Scheletri che si erano uniti alle radici degli alberi od agli stessi donando all'ambiente un'atmosfera tetra.
Mano a mano che avanzava, non scorgeva nulla che potesse realmente indicare il centro dell'isola., come una costruzione. Un palazzo, un tempio o qualcosa di simile.
Avanzando, il sole sorgeva sempre più alto nel cielo ed illuminava tutto ciò che i suoi caldi raggi toccavano.
I raggi del sole illuminarono anche il centro dell'isola, ed eccola lì.
Fer era di spalle davanti...al nulla. Sentendo lo spartano arrivare voltò il capo a guardarlo senza dire nulla. Lui era interdetto, davanti a lei non cera assolutamente nulla, eppure sembrava così sicura di se...
La consacrata parve cogliere il suo stupore e tornò così a guardare innanzi a se, alzando la mano sinistra.
Sul palmo della mano apparve un simbolo, un marchio che s'illuminò con luce violetta.
Ritrasse il braccio e lo mosse colpendo con violenza qualcosa davanti a se. S'udì il rumore della mano quando colpisce qualcosa come la pietra od il marmo.
Dalla sua mano iniziarono a partire delle diramazioni luminose violacee che con lentezza andavano a delineare il profilo di un'imponente edificio, di una costruzione.
Piano piano iniziò a prendere consistenza, prima la luce delineo quello che sembrava l'abbozzo di un progetto, poi dal terreno s'iniziò ad intravedere la base dell'edificio, che si mostrava come se qualcuno stesse togliendo un velo da sopra l'edificio per svelarlo agli occhi degli altri.
Fer tolse la mano da quella che risultò essere un'enorme porta in marmo, ai lati di questa due statue sotto forma di guerriere armate di spada, i loro visi erano coperti da un grande elmo ed i loro corpi da armature.
Kratos osservò l'edificio finemente decorato cercando di nascondere il suo stupore.
La consacrata spinse la porta che si ritrasse di qualche centimetro per poi scorrere verso destra sparendo nella parete come non fosse mai esistita.
Innanzi a loro si mostrò un lungo corridoio con torce appese alle pareti per illuminarne l'interno; non c'erano finestre che permettessero alla luce di entrare.
Fer entrò tranquillamente oltrepassando l'entrata, Kratos fece per seguirla, ma le due statue presero vita e mossero le loro armi puntandole verso lo spartano.
A quel gesto fece per estrarre le spade nel tentativo di attaccarle, ma Fer, fulminea, gli pose le mani sugli avambracci per fermarlo, Kratos si ritrasse con riluttanza a quel contatto.
<<ferme! Lui è con me>> impose con voce ferma mentre le due statue abbassarono il capo rinfoderando le armi <<perdonaci Fer>>
<<non importa, fate ciò per cui siete create>> rispose lei andando oltre la porta seguita dallo spartano.
<<avrei potuto farle a pezzi>> disse lui mentre la porta alle loro spalle iniziava a chiudersi celando sempre di più la luce del giorno. <<non ne dubito...ma avremmo solo perso tempo>>
Voltò appena il capo, per poi proseguire <<qui dentro ci sono bestie che nemmeno io posso controllare, farai bene a guardarti le spalle e non abbassare mai la guardia>> lo avvertì per poi fermarsi in mezzo al corridoio. <<a proposito...>> disse per poi voltarsi di scatto con la sinistra alta nel tentativo di toccarlo.
Kratos fu più veloce di lei, le prese il polso con una mano e con l'altra il collo per poi sbatterla con forza spalle al muro <<non mi faccio più toccare da te!>> esclamò guardandola negl'occhi, ad un nulla dal suo viso.
Il marchio sulla mano di lei brillò.
<<capisco la tua diffidenza, ma senza questo marchio non puoi procedere. Svanirà solo quando usciremo da qui.>>
Lui era dubbioso, e non si fidava certo di lei, non dopo gli avvenimenti del giorno precedente <<kratos...non ho tutto il giorno...>> la lasciò bruscamente porgendole la destra. Lei si rimise in posizione eretta per poi posare la sua mano su quella di lui.
Si udì lo stesso rumore della carne quando viene a contatto con il ferro rovente, lo stesso odore di bruciato, e Kratos non fece una piega nonostante il marchio si stesse imponendo a fuoco.
Quando Fer ritrasse la mano, Kratos aveva un'identica copia del suo marchio.
<<ti tornerà utile>> disse lei, attirando la sua attenzione affinché staccasse gl'occhi dalla sua mano.
<<se ci dovessimo accidentalmente separare, potrai aprire le porte bloccate e le statue non ti infastidiranno più durante il tragitto>> si voltò quindi, per proseguire il cammino <<stammi dietro>> disse per poi fare un piccolo sorriso, falso almeno quanto gli altri.
Lo spartano si accorse di quell'espressione e le si affiancò studiandola <<che hai da sorridere?>>
<<oh nulla d'importante...solo che non credevo di averti suscitato ancora i tuoi incubi....>> Kratos sbarrò gl'occhi a quell'affermazione <<come...!?>>
<<come faccio a saperlo?>> chiese mentre a passo sicuro svoltava angoli ed apriva porte <<mi basta toccare qualcuno per leggerlo, per sapere tutto di lui. Che sia dio, uomo o mostro non ha alcuna importanza...>> la cosa non piacque per nulla a Kratos, il fatto che qualcuno lo conoscesse mentre lui non sapeva nulla di questa Fer.
Il tempio era un dedalo contorto di corridoi, meccanismi e passaggi segreti, che Fer azionava e superava con la tranquillità di chi fa una passeggiata in un luogo ben noto.
Alle volte capitava che su di una parete fosse impresso più di un simbolo, e solamente uno era quello giusto, oppure era una falsa porta che si doveva aggirare per andare in un altro passaggio.
In una delle porte successive c'erano due simboli posti l'uno vicino all'altro, Fer alzò la mano per azionare quello giusto, ma sfortunatamente Kratos si sbilanciò perdendo l'equilibrio per un istante e scontrandosi con la consacrata che pose la mano sul simbolo sbagliato, sbarrò gl'occhi.
<<no!>> esclamò voltandosi per poi spintonare via Kratos, appena in tempo prima che una voragine s'aprisse sotto ad i suoi piedi.
Grazie allo spintone, Kratos non rischiò di cadere mentre Fer dovete allungare una mano per appigliarsi all'ultimo secondo ad uno dei bordi della fossa quadrangolare per non rischiare di cadere.
Si resse per miracolo, solo tre dita della mancina le impedivano di cadere su degli spuntoni grossi e pericolosamente affilati.
Non aveva mai fatto in vita sua un errore simile, anche se infondo non era veramente colpa sua.
Fece forza sul muscolo del braccio mentre allungava anche l'altro per prendere il bordo ed aiutarsi a salire. Ma le dita della mano scivolarono e Fer non ebbe più alcun appiglio per non cadere.
Voltò il capo verso il basso aspettandosi di percepire subito il dolore.
Ma un forte strattone al braccio la riportò alla realtà, voltò il capo guardando sopra di se ad occhi sbarrati. Vide Kratos, sporto sulla voragine in cui era caduta, con il braccio teso e le dita della mano ben salde attorno al suo polso.
Fer, stupita, strinse la mano attorno al suo polso per poi allungare anche la gemella afferrandogli il braccio. Kratos la tirò su di peso aiutandosi anche con l'altro braccio cingendola per la vita.
Caddero all'indietro e Fer si ritrovò sopra lo spartano mentre dietro di loro il rumore secco della voragine che si chiudeva,
Si alzarono, e lei fece un passo indietro guardandolo negl'occhi <<...grazie...>> disse sorprendendo a sua volta lo spartano, che distolse lo sguardo toccando l'altro simbolo sulla porta.
<<mi servi per raggiungere il mio scopo.>>la porta si aprì e i due si guardarono.
Fer stranamente sorrise, ma non era un sorriso falso, di scherno o derisione <<lo so...>> rispose passando oltre.
Kratos parve bloccarsi un'istante a quell'espressione, ma vedendo la porta iniziare a chiudersi e passò oltre seguendola.
Fer fece qualche passo in silenzio per poi allungare la mano a prendere l'imponente arma che aveva sulla schiena, al gesto lo spartano la imitò prendendo le sue lame <<da qui in poi...>> riprese lei
<<...ti assicuro che non sarà più una passeggiata. Troveremo mostri di qualsivoglia genere>> alla fine del corridoio, si mostrò a loro una grande porta in marmo.
Su di essa uno splendido bassorilievo che rappresentava un Minotauro, le corna che uscivano dal muro molto più di quanto dovessero. Ed al centro della fronte, fra le corna, il marchio.
Fer allungò la mano toccando il marchio senza nessuna esitazione. La porta scivolò verso sinistra con un rumore tetro <<spero tu sia pronto>> disse guardandolo con la coda dell'occhio mentre stringeva l'alabarda con entrambe le mani.
Neanche il tempo di dirlo che si era già buttato a capofitto nella stanza.
La consacrata sospirò alzando gl'occhi verso l'alto per poi seguirlo. Al loro ingresso nella stanza videro svariati mostri accoglierli, satiri, gorgoni, soldati non morti...si lanciarono contro di essi senza pensarci due volte colpendo con violenza. Certo che non era semplice combattere con lui,non solo bisogna evitare i colpi dei mostri ma anche quelli dello spartano.
Ma dopotutto è naturale,pensò Fer, è così quando combatti solamente assieme a te stesso, infatti anche lei faticava a non colpirlo; scelse così di andare nel lato opposto della stanza per evitare incidenti sgraditi.
Ogni tanto, Kratos la scrutava con la coda dell'occhio, si muoveva sorprendentemente bene.
Sfruttava al massimo la sua arma, muovendosi con gesti fluidi, ma sorprendentemente violenti quando colpiva il nemico abbattendolo.
Alzò l'alabarda tenendola per il centro e ruotandola, facendola girare come un mulinello falciando i nemici attorno a se. Poi corse verso un angolo della stanza per poi saltarvi sopra compiendo una curva parabolica. Si voltò verso i nemici stringendo l'alabarda al centro e ...la ruppe? No, la divise in modo che potesse usare le due metà come armi indipendenti, usandole con più facilità.
Alzò le braccia verso l'alto e si abbatté sui nemici con la forza di un titano. Nemmeno Kratos seppe perché ma a quella scena, si sentì elettrizzato, quasi eccitato. Forse perché era raro trovare guerriere così.
I due si battevano con furore disumano, a Kratos corse un brivido lungo la schiena quando vide la freddezza nello sguardo di lei mentre decapitava una gorgone.
Quando i mostri erano quasi sterminati, dal corridoio infondo alla stanza s'udirono degli urli e rumori di zoccoli, i minotauri alla carica stavano arrivando.
Fer fece roteare le due metà dell'arma fra le sue mani mentre li guardava arrivarle incontro. Kratos pensò che era una pazza a stare immobile mentre loro caricavano.
Si mosse solo all'ultimo secondo, quando il primo minotauro mosse l'arma contro di lei, si lasciò sbilanciare all'indietro piegando le ginocchia, l'arma del mostro le passò a pochi centimetri dal corpo flesso. Una volta che l'arma la passò allargò le braccia e s'alzò di scatto avvicinando violentemente le braccia affinché le due lame arrivassero alla base del collo del mostro recidendolo.
La testa del minotauro volò via ed il corpo s'accasciò a terra lasciandole campo libero per uccidere anche gli altri mostri che la fronteggiarono.
Dopo un po' solamente sangue e puzza di morte aleggiavano nella stanza, lei e Kratos gli unici vivi.
Riunì l'alabarda fissandosela dietro alla schiena e si spolverò i vestiti <<possiamo proseguire>> disse con non calanche dirigendosi verso il corridoio dal quale erano entrati i minotauri.
Kratos restò fermo un'istante a guardarla mentre rinfoderava le spade. Fer voltò il capo a guardarlo <<beh? Sei già stanco?>> lo spartano si avvicinò guardandola con ira mentre lei sorrideva di rimando con scherno <<ma tu guarda se per farti procedere bisogna sempre farti arrabbiare...>> commentò tornando a guardare avanti a se mentre una porta usciva dal tetto per poi abbassarsi chiudendo il passaggio con un tonfo sordo. Kratos fece per ribattere, ma si accorse che erano in una grande sala quadrangolare con un doppio ordine di colonne doriche archi travate che reggevano una specie di secondo piano che si concludeva col tetto.
Fer riprese l'alabarda stringendola fra le mani con forza mentre si guardava attorno rimanendo sull'attenti, fece qualche passo avanti guardandosi attorno con circospezione.
Kratos riprese le sue armi domandandosi che genere di bestia potesse esserci in quel luogo.
<<oh che carina...>> disse una voce femminile, riempiendo il luogo <<...sei venuta a trovarmi per presentarmi il tuo compagno Fer?>> si udì un fruscio e da dietro una colonna apparve la proprietaria della voce <<sai, non penso che Discordia ne sarà felice>>.
Gli occhi di Kratos si fecero grandi di stupore mentre Fer non batté ciglio.
Da dietro la colonna era apparsa una ragazza, una ragazza identica a Fer, eccezione fatta per gli abiti e l'acconciatura dei capelli.
Indossava una specie di canottiera blu scuro a quattro spalline , una gonna lunga con spacco laterale dello stesso colore, sandali di cuoio ed una fascia d'oro che le tirava indietro parte del capelli. Ma stranamente, non era armata...
<<psyce...>> disse la consacrata a bassa voce mentre la gemella balzando giù dal fittizio secondo piano per poi avvicinarsi tranquillamente tenendo le mani sui fianchi <<É tanto che non ci si vede...sorella>>
<<mi avevi detto di non avere famiglia!>> disse Kratos guardando le due in alternanza.
<<lei non è mia sorella...>>
<<suvvia Fer non dire sciocchezze!>> la interruppe l'altra
<<sei solo un mostro con le mie sembianze, creato da Discordia!>> Psyce assunse un espressione infastidita <<sarò anche “finta” ma io almeno provo sentimenti>> indicò Fer con aria quasi schifata alzando il labbro superiore in segno di disprezzo <<non sono una bambolina vuota e senz'anima come te Fer! La bestia selvaggia serva della discordia! Della dea Eris!>>
<<taci!>> urlò Fer con un moto d'ira mollando un fendente in sua direzione.
Psyce lo evitò con estrema facilità balzando davanti a Kratos che fece un passo indietro <<e tu chi sei mio splendido guerriero?>> domandò con voce piena di malizia studiandolo da capo a piedi.
<<io sono Kratos>> rispose con la sua voce ferma e profonda.
Psyce assunse un'espressione stupita <<così sei tu...il fantasma di Sparta...>>
<<non pensavo che le chiacchiere giungessero sino a qui...>> disse Fer mettendosi in posizione d'attacco <<ti ricordo che servo la dea anche io>> le rispose acidamente l'altra indietreggiando
<<ti fai aiutare dagli deicidi adesso?>>
<<ora basta. Ci hai fatto perdere fin tropo tempo...>>
<<vuoi uccidermi?>>
<<si, se non ti togli di mezzo!>> Psyce alzò le spalle ed allargò le bracia. Nelle sue mani apparvero due enormi chakram in argento con rifiniture in oro, si mise in posizione d'attacco guardandola negl'occhi <<scusa sorellina,ma sono qui per un motivo>>
<<non chiamarmi così!>> urlò Fer correndole in contro. Mosse l'alabarda dall'alto verso il basso cercando di colpirla, Psyce, tempestiva, alzò uno dei chakram per parare il colpo.
Andò avanti così per un po', attaccavano e si difendevano, oppure schivavano.
Una delle mosse di Fer fu spettacolare, l'altra le lanciò una delle sue armi mentre era a terra dopo aver schivato un colpo, non potendo evitare il chakram fece una mossa azzardata dove Kratos pensò di vederla venir tagliata in due.
Flesse le gambe e saltò riuscendo a passare giusto nel buco in mezzo all'arma rimanendo illesa.
Per quella mossa, anche Psyce rimase stupita, ma non si fece bloccare da quello dato che dovette evitare uno dei coltelli da lancio dell'avversaria.
L'atmosfera del perfetto balletto di violenza venne interrotta da uno schizzo di sangue cremisi che colpì Kratos in pieno volto.
Psyce indietreggiò di qualche passo guardando Fer con un sorriso <<oh mia dea...ti sei indebolita?>> le domandò ridendo aspramente.
Sopra all'occhio desto di Fer, c'era un taglio dal quale scendeva del sangue impedendole di tenere l'occhio aperto, alzò la mano per asciugarsi il sangue dalla fronte per poi guardarlo.<<anche tu...>> ribatté alzando lo sguardo e guardando il ventre dell'avversaria.
Psyce seguì il suo sguardo per poi toccarsi il ventre, scoprendo di perdere sangue da un taglio.
Assunse un'espressione adirata mentre Fer si rigirava l'alabarda fra le mani <<non è cambiato nulla...non ancora almeno...>>
Kratos si deterse il viso con il dorso della mano per poi cercare di avvicinarsi <<no!>> urlò Fer, guardandolo dritto negl'occhi <<lei è mia!>>
<<io non sono di nessuno!>> disse Psyce,Fer si voltò per tornare all'attacco ma se la ritrovò davanti.
Balzò all'indietro, un balzo così alto che per qualche secondo parve alzarsi in volo.
Atterrò a circa un metro di distanza dall'avversaria brandendo minacciosamente l'arma.
Il povero spartano, non poté far altro che appoggiarsi ad una delle colonne ed assistere al combattimento con le mani in mano, avendo così il modo di studiare i movimenti delle due senza troppe distrazioni esterne.
C'era da dire che Fer era sicuramente cresciuta combattendo, nessuno dei suoi movimenti risultava inutile o sconnesso, tecnica e forza erano perfettamente assimilati.
In quanto a Psyce...niente male, anche se non aveva l'esperienza di Fer, e questo la penalizzava limitando i suoi movimenti.
Ma c'era qualcosa che non andava...lo spartano era colto da una spiacevole sensazione...quasi una sensazione familiare. Scrollò le spalle pensando che era solo una stupida influenza degli incubi fatti durante quella notte.
Psyce Lanciò uno dei suoi chakram con forza cercando di centrare il busto di Fer, la consacrata s'abbassò di scatto alzando l'alabarda centrando il buco dell'arma.
Psyce assunse un'aria stupita mentre Fer ruotava l'alabarda liberando l'arma lanciandola alla padrona.
L'altra non fece in tempo a spostarsi ed il chakram la colpì con forza alla spalla destra inchiodandola spalle al muro. Un fiotto di sangue le uscì dalla spalla mentre lei cercava di trattenere un urlo di dolore.
In un gesto disperato, cercò di lanciare l'altra arma addosso a Fer che le correva incontro, la consacrata si bloccò sbilanciando il busto all'indietro, ma senza fermarsi continuò a scivolare sul tallone per poi rimettersi in posizione eretta all'ultimo secondo.
Ma non calcolò un'ultima reazione di Psyce, mentre piegava il braccio con l'intento di conficcarle l'alabarda in corpo, Psyce alzò una mano lanciandole contro una palla di fuoco.
Persino Kratos non si aspettava quel gesto, Fer sbarrò gl'occhi scostandosi di lato all'ultimo, ma fu comunque presa di striscio al fianco.
Strinse i denti per non darle la soddisfazione di sentirla gemere di dolore,brandì l'alabarda con entrambe le mani e gliela lanciò contro come fosse un ascia, prendendola esattamente al centro del ventre. Ormai è finita, pensò Kratos vedendo il sangue schizzare dalla ferita e dalla bocca dell'altra con un colpo di tosse.
Fer estrasse l'arma con un gesto secco guardando l'altra agonizzare.
Fece un passo indietro per poi andare davanti a quello che era oramai un cadavere, appeso al muro per una spalla.
Spostò lo sguardo color miele sullo spartano che le si stava avvicinando <<É stata breve...>> commentò lui mentre Fer si detergeva il sangue dal viso<<già...mi aspettavo di meglio da lei>> rispose voltandosi a guardarla ed arricciando il naso <<strano...>> disse Fer avvicinandosi a Psyce
<<cosa?>> domandò lo spartano mentre lei volgeva lo sguardo verso di lui <<di solito i mostri della sua specie riprendono le forme originali alla loro morte...>>
Psyce s'animò improvvisamente spalancando le labbra per respirare ed allungando una mano afferrando il braccio di Fer che sobbalzò <<sei ancora viva!>> esclamò estraendo con velocità uno dei suoi pugnali da lancio conficcandoglielo al centro del petto.
Poi...poi reagì in modo anomalo sotto allo sguardo nero dello spartano.
Fer sbarrò gli occhi ed aprì la bocca, come se dovesse urlare, ma non uscì alcun suono dalle sue labbra. Le tremarono le gambe e guardò dritto negl'occhi l'altra che stava morendo.
La consacrata tolse il pugnale dal suo petto lanciandolo via, rischiando anche di prendere Kratos che schivò facilmente, ed il chakram che cadde a terra con un rumore metallico.
Cadde in ginocchio, tenendo fra le braccia il corpo dell'altra <<pazza...pazza! Perchè non mi hai mai detto nulla!?> le chiese Fer a mezza voce mentre Kratos si avvicinava non capendo il cambiamento.
Psyce sorrise, o almeno ci provò, cercò di tirarsi su ma riuscì solo a tossire sangue <<non potevo...Discordia non...>> tossì ancora <<...non lo avrebbe permesso>>
<<stupida! Ma ora stai morendo!>> le urlò in faccia mentre il tono diventava stridulo e gl'occhi diventavano lucidi <<non importa...Fer...non ho mai visto il mondo. Sei stata fortunata...io non sono mai uscita di qui...>> alzò una mano e prese Fer per la spalla abbassandola per portare le sue labbra all'orecchio della consacrata <<uccidi Eris e goditi la libertà anche...per...m-me...>> gl'occhi si spensero ed esalò il suo ultimo respiro. La presa sulla spalla di Fer s'affievolì sino a sparire e fra le braccia della consacrata rimase solo un corpo esanime.
Fer rimase bloccata qualche istante mentre prese il corpo per le spalle scuotendolo <<psyce...Psyce non puoi farmi questo! No!>> Kratos si abbassò restando in equilibrio su un ginocchio per poi prenderla per la spalla e girarla <<ma cosa ti...>> la frase gli morì sulle labbra vedendo il viso della guerriera rigato dalle lacrime <<kratos...che cosa ho fatto...?>> disse a mezza voce, sbatté le palpebre ed un'altra lacrima le scese lentamente lungo la guancia andando a morirle sulle labbra.
Kratos continuava a guardarla, non riuscendo a capire perché quell'improvviso cambiamento.
Fer allungò una mano insanguinata cercando di toccarlo, ma lui si ritrasse al gesto, avendone un brutto ricordo <<non voglio farti del male...>> disse lei, fissandolo negl'occhi.
Qualcosa si mosse dentro all'animo dello spartano, che si fece convincere e prese la mano di lei...e in un'istante fu tutto chiaro.
Vide una donna mentre partoriva. Nacquero due gemelle da quel parto, due gemelle omozigote, cioè perfettamente identiche fra loro.
Poi vide un tempio, e una figura imponente elevarsi sopra di esso, s'intravedevano appena le linee della figura, il viso non si notava, ma era sicuramente la dea Eris.
Andò da quella donna per reclamare le due bambine, bambine nate dall'unione di una sua sacerdotessa ed un sacerdote del dio Ares, suo fratello.
Si portò via le gemelle, decise che una delle due avrebbe dovuto fare la guardia al tempio della mela, Psyce. Ed una avrebbe seguito i suoi ordini giorno dopo giorno , facendole anche compagnia e vagando per seguire i suoi voleri ed ordini,Fer.
Eris aveva svelato solamente a Psyce la parentela con l'altra, probabilmente uno dei suoi capricci, uno dei crudeli giochi che gli dei si divertono a fare con gli umani.
Fer non doveva assolutamente saperlo, avrebbe pensato, con la poca libertà di pensiero concessole, che Psyce era solo un mostro con le sue stesse sembianze e se la guardiana avesse detto qualcosa alla sorella, allora avrebbe ucciso Fer.
Le crebbe facendo si che Psyce potesse avere sentimenti, libertà di pensiero e quindi essere più sensibile sulla questione in modo da proteggere la sorella. Fer, invece, era solo una bambola senz'anima e senza sentimenti che seguiva ciecamente i suoi ordini, qualunque essi fossero.
Kratos staccò la mano, continuando a fissare Fer, ecco spiegata la sua sgradevole sensazione di poc'anzi...era il riflesso di un sentimento conosciuto anche troppo bene.
<<ho ucciso mia sorella...>> disse a bassa voce tornando a guardare il corpo esanime di Psyce.
Si prese la testa fra le mani ed urlò, urlò tutto il suo dolore che la attanagliava dal centro del petto come una bestia interna che le dilaniava le carni <<ho ucciso mia sorella!>> urlò mentre la stanza si riempiva del suo dolore e Kratos era costretto a ricordare il momento in cui, anche lui, si rese conto di cosa aveva fatto tempo addietro.
Kratos si alzò prendendola per le spalle e tirandola su di peso, la scosse con violenza <<ora basta!>> le urlò in faccia.
Fer si bloccò, mentre le lacrime continuavano a scendere. In un attimo di disperazione, solitudine e totale confusione si aggrappò allo spartano.
Lui si bloccò, rimase interdetto qualche istante. Stava per spingerla via ma lui...sopratutto lui...sapeva il dolore che si prova sapendo di aver ucciso la famiglia di propria mano.
Si limitò a darle una pacca sulla spalla, rimasero così qualche istante, lo sguardo cadde sul cadavere di Psyce, rivendendo i corpi della moglie e della figlia...
Fer si staccò da lui facendo un passo indietro, si asciugò gl'occhi rossi per poi guardarlo <<io...>> abbassò lo sguardo <<...perdonami...>>
<<non importa...so cosa si prova...>>
<<n-non solo per questo...anche ieri...non dovevo>> raccolse le sue armi fissandole al laccio di cuoio e dietro la schiena <<hai ragione tu...>> disse mentre andava a raccogliere anche i chakram <<...è tutta colpa degli dei che manipolano le nostre vite come fossimo giocattoli...>> andò a posare le armi dietro al corpo esanime della sorella, mettendole le braccia con le mani intrecciate sopra al ventre.
Prese una torcia dal muro e guardò il corpo <<perdonami Psyce. Discordia perirà per mano mia...anzi, nostra>> abbassò la torcia sul corpo che iniziò a bruciare lentamente <<pagherà per la vita che ci ha rubato!>> esclamò lasciando cadere la torcia e voltandosi per uscire dalla stanza <<andiamo...>> disse a Kratos <<devo uccidere una dea!>>